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Ufficio delle letture

preghiere carmelitane > liturgia delle ore per la Festa

16 LUGLIO
COMMEMORAZIONE SOLENNE
DELLA BEATA VERGINE MARIA
DEL MONTE CARMELO

UFFICIO DELLE LETTURE

INVITATORIO
V. Signore, apri le mie labbra
R. e la mia bocca proclami la tua lode.

Antifona
Glorifichiamo il Signore
nel ricordo dei benefici della Vergine Maria,
Madre del Carmelo.

SALMO 94  Invito a lodare Dio
( Il Salmo 94 può essere sostituito dal salmo 99 o 66 o 23 )
Esortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura « quest'oggi » (Eb 3,13).

Si enunzia e si ripete l'antifona.

Venite, applaudiamo al Signore, *
acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *
a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra, *
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, egli l'ha fatto, *
le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *
in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.
Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *
il gregge che egli conduce (Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †
« Non indurite il cuore, *
come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri: *
mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere (Ant.).

Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione †
e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *
non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno: *
Non entreranno nel luogo del mio riposo » (Ant.).

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).

Inno
Virgo, quae caeli rútilas in aula,
Virgo, Carméli decus atque nostrum,
Mater, exíles sed amore plenas
suscipe laudes.

Dona largíris, quibus aequa nemo
cónferat, longo numerósa tractu
prole Carméli génita feráci
montis in alvo.

Haud neges nostris précibus favórem,
Virgo, sit lumen radiántis astri,
quo viam tuto dóceas in altum
téndere caelum.

Monte sed nostro pia ne recédas;
rore, quo flores colis usque caeli
írriga, ut crescat tuus hortus, ara
quo tua vernat.

Ergo matérna quibus ipsa dextra
cónsulis, natos récreans benígne,
lucis aetérnae fácias potíri
múnere tecum.

Laus sit excélsae Tríadi perénnis,
quae tibi, Virgo, tríbuit corónam,
atque Carméli statuítque nostram
próvida Matrem. Amen.

Oppure:

Vergine santa, splendore del cielo,
con cuor di figli umili e devoti,
noi ti lodiam, decoro del Carmelo,
Madre Maria.

Tu stessa dono singolare,
fonte sei di favori senza pari al mondo;
per tanta prole è il mistico tuo monte
seno fecondo.

Ed anche a noi, oranti, il tuo favore,
Vergine, accorda; dacci la tua luce
che illumini le vie del Signore,
nostra salvezza.

Benigna il nostro monte non lasciare;
effondi le tue grazie e rifiorisca.
Materna accorri, tu ci puoi guidare
al paradiso.

Gloria all'eccelsa Trinità beata,
che sua ti volle Figlia Sposa Madre,
decoro del Carmelo, incoronata
dolce Regina. Amen.

Oppure:

Tu che risplendi nel celeste regno,
decoro del Carmelo e nostra Madre,
accetta, benché povera, la prece,
piena d’affetto.

Ai figli che tu generi nell’alvo
sì fecondo dell’inclito Carmelo,
favori ben preziosi e singolari
sempre elargisci.

Ascolta la preghiera, Vergin pia,
sii come luce di radiosa stella
per indicare la via più sicura
che mena al cielo.

Il tuo Carmelo, o Madre, non lasciare,
ma aspergi di rugiada i tanti fiori
perché germogli sempre il tuo giardino,
e il tuo altare.

Tu che provvedi ai figli con amore
e con bontà sì spesso li sollievi,
che giungano alla patria dona loro,
per tuo favore.

Lode perenne alla beata Triade,
che Regina del ciel t’ha coronata
e del Carmelo Madre t’ha prescelta
con suo decreto. Amen.

1ª Antifona
Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel tuo santo luogo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro.

SALMO 23  
Del Signore è la terra e quanto contiene, *
l'universo e i suoi abitanti.
E' lui che l'ha fondata sui mari, *
e sui fiumi l'ha stabilita.

Chi salirà il monte del Signore, *
chi starà nel suo luogo santo?

Chi ha mani innocenti e cuore puro, †
chi non pronunzia menzogna, *
chi non giura a danno del suo prossimo.

Egli otterrà benedizione dal Signore, *
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca, *
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? †
Il Signore forte e potente, *
il Signore potente in battaglia.

Sollevate, porte, i vostri frontali, †
alzatevi, porte antiche, *
ed entri il re della gloria.

Chi è questo re della gloria? *
Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

1ª Antifona
Chi salirà il monte del Signore,
chi starà nel tuo santo luogo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro.

2ª Antifona
Li condurrò sul mio santo monte
e li colmerò di gioia
nella mia casa di preghiera.

SALMO 45  
Dio è per noi rifugio e forza, *
aiuto sempre vicino nelle angosce.

Perciò non temiamo se trema la terra, *
se crollano i monti nel fondo del mare.
Fremano, si gonfino le sue acque, *
tremino i monti per i suoi flutti.

Un fiume e i suoi ruscelli rallegrano la città di Dio, *
la santa dimora dell'Altissimo.

Dio sta in essa: non potrà vacillare; *
la soccorrerà Dio, prima del mattino.
Fremettero le genti, i regni si scossero; *
egli tuonò, si sgretolò la terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Venite, vedete le opere del Signore, *
egli ha fatto portenti sulla terra.

Farà cessare le guerre sino ai confini della terra, †
romperà gli archi e spezzerà le lance, *
brucerà con il fuoco gli scudi.

Fermatevi e sappiate che io sono Dio, *
eccelso tra le genti, eccelso sulla terra.
Il Signore degli eserciti è con noi, *
nostro rifugio è il Dio di Giacobbe.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

2ª Antifona
Li condurrò sul mio santo monte
e li colmerò di gioia
nella mia casa di preghiera.

3ª Antifona
Se avrete ascoltato la mia voce
e custodito il mio patto,
diverrete mia proprietà fra tutti i popoli.

SALMO 97  
Cantate al Signore un canto nuovo, *
perché ha compiuto prodigi.

Gli ha dato vittoria la sua destra *
e il suo braccio santo.
Il signore ha manifestato la sua salvezza, *
agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore, *
della sua fedeltà alla casa di Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto *
la salvezza del nostro Dio.

Acclami al Signore tutta la terra, *
gridate, esultate con canti di gioia.

Cantate inni al Signore con l’arpa, *
con l’arpa e con suono melodioso;
con la tromba e al suono del corno *
acclamate davanti al re, il Signore.

Frema il mare e quanto racchiude, *
il mondo e i suoi abitanti.

I fiumi battano le mani, *
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene, *
che viene a giudicare la terra.

Giudicherà il mondo con giustizia *
e i popoli con rettitudine.

Gloria al Padre e al Figlio *
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre, *
nei secoli dei secoli. Amen.

3ª Antifona
Se avrete ascoltato la mia voce
e custodito il mio patto,
diverrete mia proprietà fra tutti i popoli.

Versetto
V. Vi ho condotti nella terra del Carmelo.
R. Perché ne mangiate i frutti e i prodotti.


Prima Lettura

Dal libro di Isaia profeta            35, 1-10; 61, 8-11

Le è data la gloria del Libano
Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa.  Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo.  Le è data la gloria del Libano,  lo splendore del Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio. Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: "Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi". Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto, perché scaturiranno acque nel deserto, scorreranno torrenti nella steppa. La terra bruciata diventerà una palude, il suolo riarso si muterà in sorgenti d'acqua. I luoghi dove si sdraiavano gli sciacalli diventeranno canneti e giuncaie. Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si aggireranno. Non ci sarà più il leone, nessuna bestia feroce la percorrerà, vi cammineranno i redenti. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo;
felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto. Poiché io sono il Signore che amo il diritto e odio la rapina e l'ingiustizia: io darò loro fedelmente il salario, concluderò con loro un'alleanza perenne. Sarà famosa tra i popoli la loro stirpe, i loro discendenti tra le nazioni. Coloro che li vedranno ne avranno stima, perché essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto. Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia,
come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. Poiché come la terra produce la vegetazione e come un giardino fa germogliare i semi, così il Signore Dio farà germogliare la giustizia e la lode davanti a tutti i popoli.

Responsorio
R. Tu visiti la terra e la disseti: la ricolmi delle sue ricchezze.* Benedici i suoi germogli.
V. Stillano i pascoli nel deserto, e le colline si ornano di festa.
R. Benedici i suoi germogli.

Oppure:

Dal primo libro dei Re     1 Re 18, 15.19-21. 36-39. 41-45a
 
Elia pregò sul monte Carmelo e la pioggia cadde a dirotto
       Elia disse: “ Per la vita del Signore degli eserciti, alla cui presenza io sto, oggi stesso mi mostrerò ad Acab”. (E così disse ad Acab:) “Su, con un ordine raduna tutto Israele presso di me sul monte Carmelo. Elia si accostò a tutto il popolo e disse: “Fino a quando zoppicherete con due piedi? Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui!”. Il popolo non gli rispose nulla.
Al momento dell'offerta si avvicinò il profeta Elia e disse: «Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, oggi si sappia che tu sei Dio in Israele e che io sono tuo servo e che ho fatte tutte queste cose per tuo comando. Rispondimi, Signore, rispondimi e questo popolo sappia che tu sei il Signore Dio e che converti il loro cuore!». Cadde il fuoco del Signore e consumò l'olocausto, la legna, le pietre e la cenere, prosciugando l'acqua del canaletto. A tal vista, tutti si prostrarono a terra ed esclamarono: «Il Signore è Dio! Il Signore è Dio!».
Elia disse ad Acab: «Su, mangia e bevi perché sento un rumore di pioggia torrenziale». Acab andò a mangiare e a bere. Elia si recò alla cima del Carmelo; gettatosi a terra, pose la faccia tra le proprie ginocchia. Quindi disse al suo ragazzo: «Vieni qui, guarda verso il mare». Quegli andò, guardò e disse: «Non c'è nulla!». Elia disse: «Tornaci ancora sette volte». La settima volta riferì: «Ecco, una nuvoletta, come una mano d'uomo, sale dal mare». Elia gli disse: «Va a dire ad Acab: Attacca i cavalli al carro e scendi perché non ti sorprenda la pioggia!». Subito il cielo si oscurò per le nubi e per il vento; la pioggia cadde a dirotto.

Responsorio   Is 35,2
R. Ecco ho deciso di costruire un tempio al nome del Signore mio Dio, per consacrarlo a lui * Sì che io possa bruciare profumi fragranti davanti a lui.
V. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn.
R. Sì che io possa bruciare profumi fragranti davanti a lui.

Seconda Lettura

Dal libro Questioni di mistica del venerabile Michele di sant'Agostino, O. Carm.
(Lib. I, tratt. I, cap. 18; Antuerpiae, 1671, pp. 31-32)

Maria ci conduce a Cristo
Non posso passare sotto silenzio - anzi mi sforzo d'inculcare a tutti - la cordiale devozione, l'amore filiale, l'affetto colmo di tenerezza verso la Madre, degna d'amore, Maria: quei sentimenti sono un mezzo singolare ed efficace per educare a condurre una vita pia in Cristo. Poiché Maria è salutata Madre di grazia e di misericordia e poiché l'una e l'altra sono necessarie a condurre una vita di pietà, con quale diritto pretendiamo rifugiarci nella grazia e conseguire misericordia senza cercare l'una e l'altra presso la Madre della grazia e della misericordia? Dirò dunque con l'Apostolo: «Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno».
Ma per poterci accostare a questo trono di grazia con fiducia, è necessario conquistare l'amore di Maria verso di noi.
Per questo tutti coloro che si gloriano di professarsi suoi figli, servitori o fratelli, devono sforzarsi di adeguare la loro vita alle esigenze della professione che hanno scelto, solleciti nell'emulare in qualche modo la loro santa Patrona, una Madre tanto degna d'amore e una Sorella tanto colma di benevolenza, imitandone gli atteggiamenti di perfezione, ereditandone l'indole meravigliosa. Perciò, tu che l'ami come Madre, imitane l'umiltà, la castità, la povertà, la docilità; imitala nell'amore di Dio e del prossimo; in tutte le virtù.
Allo scopo di tributarle l'amore che le si deve e le conviene, dopo che avrai offerto giorno per giorno te stesso e ogni cosa alla Santissima Trinità in Cristo e per i suoi meriti, prendi anche l'abitudine di offrire in modo particolare tutto ciò che sei e hai a questa Madre amantissima: tutto ciò che fai nel nome del Signore, fallo ugualmente nel nome di Maria.
A lei affida tutto te stesso. A lei accostati come ad una maestra espertissima, consultala come vergine prudentissima. Comportati, in una sola parola, come un bravo figlio; costaterai per esperienza che essa è madre del bell'amore e della santa speranza. Da lei scorrerà a te ogni grazia di vita, di via e di verità. In lei splenderà per te ogni speranza di vita virtuosa. Essa non cesserà mai d'impetrare le grazie necessarie alla tua perseveranza; essa sarà per te una fonte di acqua viva.
Nell'ora della tua morte, non sdegnerà di dire che ti è sorella, anzi madre. Allora sarà il momento più bello per te e la tua anima si sentirà viva più che mai, in grazia di lei. Così conducendo nell'ossequio e nel culto di lei una vita devota, meriterai di spirare tranquillo e fiducioso e pio, nell'abbraccio di lei. Tra quelle braccia materne sarai guidato al porto della tua salvezza. Chi ama Maria certamente si salverà.

Responsorio                   Cfr. Sal 33, 12; Is 2, 3; Sir 24, 30. 24-25
R. Venite, figli, ascoltàtemi. Venite, saliamo al monte del Signore. * Chi mi ascolta non sarà confuso.
V. Io sono la madre del bell'amore e della santa speranza; in me ogni grazia di vita e di verità.
R. Chi mi ascolta non sarà confuso.

Oppure:

Dai «Discorsi» di Paolo VI, papa
(Discorsi del 10-5-1967 e 22-6-1967; AAS 59 [1967], pp.514-515. 779)

Te beata, che hai creduto
La beata Vergine Maria fu certamente illuminata interiormente da un carisma di luce straordinaria, quale la sua innocenza e la sua missione le dovevano assicurare. Traspare dal Vangelo la limpidezza conoscitiva e l'intuizione profetica delle cose divine che inondavano la privilegiata sua anima.
E tuttavia la Madonna ebbe la fede, la quale suppone non l'evidenza diretta della conoscenza, ma l'accettazione della verità per motivo della parola rivelatrice di Dio. «Anche la beata Vergine avanzò nella peregrinazione della fede», dice il Concilio Vaticano II È il Vangelo che indica il meritorio cammino, quando ricorda lo stupendo elogio di Elisabetta, elogio rivelatore della psicologia e della virtù di Maria: «Te beata, che hai creduto!».
E potremmo trovare la conferma di questa primaria virtù della Madonna nelle pagine in cui il Vangelo registra ciò che Ella era, ciò ch'Ella disse, ciò ch'Ella fece, così da sentirci obbligati a sedere alla scuola del suo esempio, e a trovare negli atteggiamenti, che definiscono l'incomparabile figura di Maria davanti al mistero di Cristo, che in Lei si realizza, le forme tipiche per gli spiriti che vogliono essere religiosi, secondo il piano divino della nostra salvezza.
Sono forme di ascoltazione, di esplorazione, di accettazione, di sacrificio; e più ancora di meditazione, di attesa e di interrogazione, di possesso interiore, di sicurezza calma e sovrana nel giudizio e nell'azione, di pienezza infine di preghiera e di comunione, proprie, sì, di quell'anima unica piena di grazia e avvolta dallo Spirito Santo, ma forme altresì di fede e, perché a noi vicine, da noi non solo ammirabili, ma imitabili.
Parliamo a voi, Carmelitani, ceppo robusto di sempre vigoreggiante vitalità, la cui vita interiore e attività apostolica si illuminano di riflessi costanti di una trepida, confidente, tenerissima pietà mariana.  Siate gli “specialisti” di Dio prima e sopra tutto.
La Madonna santissima vi conforti nella vostra vocazione carmelitana; Ella vi conservi il gusto delle cose spirituali; Ella vi ottenga i carismi delle sante e ardue ascensioni verso la conoscenza del mondo divino e verso le ineffabili esperienze delle sue notti oscure e delle sue luminose giornate; Ella vi dia l'anelito alla santità e alla testimonianza escatologica del regno dei cieli; Ella vi renda esemplari e fraterni nella Chiesa di Dio; Ella infine vi introduca un giorno a quel possesso di Cristo e della sua gloria a cui tutta la vostra vita vuoi essere fin d'ora consacrata.

Responsorio  Sir 24, 24-25
R. Io sono la Madre del bell’amore, del timore, della cognizione e della santa speranza. * In me ogni grazia di via e di verità.
V. In me ogni speranza di vita e di forza.
R. In me ogni grazia di via e di verità.

Inno  TE DEUM

Noi ti lodiamo, Dio *
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, *
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo *
il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra *
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli *
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio, *
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre *
per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, *
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria *
nell'assemblea dei santi.

[*] Salva il tuo popolo, Signore, *
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, *
lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *
non saremo confusi in eterno.

[*] Quest'ultima parte dell'inno si può omettere.

Orazione
O Dio, che hai onorato l'Ordine del Carmelo col titolo glorioso della beata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio, concedi a noi, che ne celebriamo oggi la solenne commemorazione, di poter giungere, forti del suo aiuto, alla vetta del monte che è Cristo Signore. Egli e Dio, e vive e regna con te, nell'unita dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.

(Ci permettiamo di proporre altre due letture, a firma di S. Giovanni Paolo II, ma che non hanno finora l’approvazione della Congregazione per il Culto Divino.)

ANGELUS di domenica, 24 luglio 1988  (Insegnamenti XI/3, 1988, p. 173)

Maria, Vergine purissima, modello del contemplativo.
In questo mese di luglio (del 1988 ndr) abbiamo celebrato il ricordo della beata Vergine Maria del Monte Carmelo, tanto cara alla pietà del popolo cristiano in tutto il mondo, e legata in modo speciale alla vita della grande famiglia religiosa carmelitana.
Il pensiero va alla sacra montagna, che nel mondo biblico è sempre considerata come simbolo di grazia, di benedizione e di bellezza. Su quella montagna i carmelitani dedicarono alla Vergine Madre di Dio, “Flos Carmeli”, che possiede la bellezza di tutte le virtù, la loro prima Chiesa, esprimendo così la propria volontà di affidarsi completamente a lei e di legare indissolubilmente il proprio servizio a Maria con quello “in ossequio a Cristo” (cf. “Regola carmelitana”, Prologo).
I grandi mistici carmelitani hanno inteso l’esperienza di Dio nella propria vita come un “cammino di perfezione”, (S. Teresa di Gesù) come una “salita del Monte Carmelo” (S. Giovanni della Croce). In questo itinerario è presente Maria. Ella - invocata dai carmelitani come madre, patrona e sorella - diviene, in quanto Vergine purissima, modello del contemplativo, sensibile all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio e obbediente alla volontà del Padre per mezzo di Cristo nello Spirito Santo. Per questo nel Carmelo, e in ogni anima profondamente carmelitana, fiorisce una vita d’intensa comunione e familiarità con la Vergine santa, quale “nuova maniera” di vivere per Dio e di continuare qui in terra l’amore del Figlio Gesù a sua madre Maria.
Una particolare grazia della Madonna verso i carmelitani, ricordata da una veneranda tradizione legata a san Simone Stock, si è irradiata nel popolo cristiano con tanti frutti spirituali. È lo scapolare del Carmine, mezzo di affiliazione all’Ordine del Carmelo per parteciparne i benefici spirituali, e veicolo di tenera e filiale devozione mariana (cf. Pio XII “Nemini Profecto Latet”).
Mediante lo scapolare i devoti della Madonna del Carmine esprimono la volontà di plasmare la loro esistenza sugli esempi di Maria - la madre, la patrona, la sorella, la vergine purissima - accogliendo con cuore purificato la Parola di Dio e dedicandosi al servizio zelante dei fratelli.
Invito ora tutti i devoti della Vergine santa a rivolgerle una fervida preghiera, affinché ella, con la sua intercessione, ottenga a ciascuno di proseguire sicuro nel cammino della vita e di “giungere felicemente alla santa montagna, Gesù Cristo, nostro Signore”
(cf. “Collecta Missae in hon. B.M.V. Carm.”, die 16 iul.).

Responsorio     Sir. 24, 24-25
R. Io sono la Madre del bell’amore, del timore, della cognizione e della santa speranza.* In me ogni grazia di via e di verità.
V. In me ogni speranza di vita e di forza.
R. In me ogni grazia di via e di verità.

Oppure:

Stralci significativi dalla lettera inviata dal Papa S. Giovanni Paolo II alla Famiglia Carmelitana (25.03.2001)

Anch'io porto sul mio cuore, da tanto tempo, lo Scapolare del Carmine.
Il provvidenziale evento di grazia, che è stato per la Chiesa l'Anno giubilare, la induce a guardare con fiducia e speranza al cammino appena intrapreso nel nuovo millennio “Il nostro passo, all'inizio di questo nuovo secolo - ho scritto nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte - deve farsi più spedito... Ci accompagna in questo cammino la Vergine Santissima, alla quale... ho affidato il terzo millennio” (n. 58)…
Le varie generazioni del Carmelo, dalle origini fino ad oggi, nel loro itinerario verso la “santa montagna, Gesù Cristo nostro Signore” ( Messale Romano, Colletta della Messa in onore della B. V Maria del Carmelo, 16 luglio), hanno cercato di plasmare la propria vita sugli esempi di Maria.
    Per questo nel Carmelo, e in ogni anima mossa da tenero affetto verso la Vergine e Madre Santissima, fiorisce la contemplazione di Lei che, fin dal principio, seppe essere aperta all'ascolto della Parola di Dio e obbediente alla sua volontà (Lc 2, 19.51). Maria, infatti, educata e plasmata dallo Spirito (cfr Lc 2, 44-50), fu capace di leggere nella fede la propria storia (cfr Lc 1, 46-55) e, docile al suggerimenti divini, “avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col Figlio ¬sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr Gv 19, 25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di Lui” (Lumen gentium, 58).
La contemplazione della Vergine ce la presenta mentre come Madre premurosa, vede crescere il suo Figlio a Nazaret (cfr Lc 2, 40.52), lo segue lungo le strade della Palestina, lo assiste alle nozze di Cana (cfr Gv 2, 5) e, ai piedi della Croce, diventa 1a Madre associata alla sua offerta e donata a tutti gli uomini nella consegna che lo stesso Gesù fa di Lei al suo discepolo prediletto (cfr Gv 19, 26)…
Un simile atteggiamento contemplativo della mente e del cuore porta ad ammirare l'esperienza di fede e di amore della Vergine, che già vive in sé quanto ogni fedele desidera e spera di realizzare nel mistero di Cristo e della Chiesa (cfr Sacrosantum Concilium, 103; Lumen gentium, 53). Per questo giu¬stamente carmelitani e carmelitane hanno scelto Maria come propria Patrona e Madre spirituale ed hanno sempre dinanzi agli occhi del cuore Lei, la Vergine Purissima che guida tutti alla perfetta conoscenza ed imitazione di Cristo.
Fiorisce così un'intimità di rapporti spirituali che incre¬mentano sempre più la comunione con Cristo e con Maria. Per i Membri della Famiglia carmelitana Maria, la Vergine Madre di Dio e degli uomini, non è solo un modello da imitare, ma anche una dolce presenza di Madre e Sorella in cui confidare. Giustamente santa Teresa di Gesù esortava: “Imitate Maria e considerate quale debba essere la grandezza di questa Signora e il beneficio di averla per Patrona” (Castello interiore, III, 1,3).
Questa intensa vita mariana, che si esprime in preghiera fiduciosa, in entusiastica lode e in diligente imitazione, conduce a comprendere come la forma più genuina della devozione alla Vergine Santissima, espressa dall'umile segno dello Scapolare, sia la consacrazione al suo Cuore Immacolato (Cfr PIO XII, Lettera Neminem profecto latet [11 febbraio 1950: AAS 42, 1950, pp. 390-391]; Cost. dogm. sulla Chiesa Lumen gentium, 67). …
Questo ricco patrimonio mariano del Carmelo è divenuto, nel tempo, attraverso la diffusione della devozione del Santo Scapolare, un tesoro per tutta la Chiesa. Per la sua semplicità, per il suo valore antropologico e per il rapporto con il ruolo di Maria nei confronti della Chiesa e dell'umanità, questa devozione è stata profondamente e ampiamente recepita dal popolo di Dio, tanto da trovare espressione nella memoria del 16 luglio, presente nel Calendario liturgico della Chiesa universale.
Nel segno dello Scapolare si evidenza una sintesi efficace di spiritualità mariana, che alimenta la devozione dei credenti, rendendoli sensibili alla presenza amorosa della Vergine Madre nella loro vita. Lo Scapolare è essenzialmente un “abito”. Chi lo riceve viene aggregato o associato in un grado più o meno inti¬mo all'Ordine del Carmelo, dedicato al servizio della Madonna per il bene di tutta la Chiesa (Cfr Formula dell’imposizione dello Scapolare, nel “Rito della Benedizione e imposizione dello Scapolare”, approvato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 5/1/19996). Chi riveste lo Scapolare viene quindi introdotto nella terra del Carmelo, perché “ne mangi i frutti e i prodotti” (cfr Ger 2, 7), e sperimenta la presenza dolce e materna di Maria, nell'impegno quotidiano di rivestirsi interi¬ormente di Gesù Cristo e di manifestarlo vivente in sé per il bene della Chiesa e di tutta l'umanità (Cfr Formula dell’imposizione dello Scapolare, cit.).
Due, quindi, sono le verità evocate nel segno dello Scapolare: da una parte, la protezione continua della Vergine Santissima, non solo lungo il cammino della vita, ma anche nel momento del transito verso la pienezza della gloria eterna; dal¬l'altra, la consapevolezza che la devozione verso di Lei non può limitarsi a preghiere ed ossequi in suo onore in alcune cir¬costanze, ma deve costituire un “abito”, cioè un indirizzo per¬manente della propria condotta cristiana, intessuta di preghiera e di vita interiore, mediante la frequente pratica dei Sacramenti ed il concreto esercizio delle opere di misericordia spirituale e corporale. In questo modo lo Scapolare diventa segno di “alleanza” e di comunione reciproca tra Maria e i fedeli: esso infatti traduce in maniera concreta la consegna che Gesù, sulla croce, fece a Giovanni, e in lui a tutti noi, della Madre sua, e l'af¬fidamento dell'apostolo prediletto e di noi a Lei, costituita nostra Madre spirituale.
Di questa spiritualità mariana, che plasma interiormente le persone e le configura a Cristo, primogenito fra molti fratelli, sono uno splendido esempio le testimonianze di santità e di sapienza di tanti Santi e Sante del Carmelo, tutti cresciuti all'om¬bra e sotto la tutela della Madre.
Anch'io porto sul mio cuore, da tanto tempo, lo Scapolare del Carmine! Per l'amore che nutro verso la comune Madre celeste, la cui protezione sperimento continuamente, auguro che quest'anno mariano aiuti tutti i religiosi e le religiose del Carmelo e i pii fedeli che la venerano filialmente, a crescere nel suo amore e a irradiare nel mondo la presenza di questa Donna del silenzio e della preghiera, invocata come Madre della mise¬ricordia, Madre della speranza e della grazia. (Dal Vaticano, 25 marzo 2001)

Brani della Lettera di S. Santità Giovanni Paolo II ai Reverendissimi Padri Joseph Chalmers, Priore Generale dell’Ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (O.Carm) e Camilo Maccise, Preposito Generale dell’Ordine dei Fratelli Scalzi della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo (O.C.D.), 25.02.2001

Responsorio  cfr. Sal 33, 12; Is 2,3 Sir 24, 30.24-25
R. Venite, figli, ascoltatemi. Venite, saliamo al monte del Signore. * chi mi ascolta, non sarà confuso.
V. Io sono la madre del bell’amore e della santa speranza; in me ogni grazia di via e di verità.
R. Chi mi ascolta, non sarà confuso.

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